È risaputo che praticare attività fisica regolarmente, in forma strutturata e pianificata, preserva le capacità fisiche, prestative e cognitive, in quanto aumenta la produzione di neurotrofine, le proteine necessarie per il benessere dei neuroni e, di conseguenza, della plasticità cerebrale. L’esercizio fisico influenza positivamente l’umore e stimola le capacità cognitive: lo testimoniano l’esperienza di chi sceglie di fare sport e le ricerche delle neuroscienze applicate all’attività fisica.
Partendo da questi assunti per spingersi un po’ più in là, ricercatrici e ricercatori di Scienze Motorie del Dipartimento di Neuroscienze, Biomedicina e Movimento dell’Università di Verona con il CeRiSM, Centro di ricerca sport montagna e salute, da alcuni mesi hanno ideato uno studio incentrato a valutare gli effetti benefici di sport esigenti ad alta richiesta cognitiva. Hanno individuato come contesto primo di studio l’orienteering: uno sport di endurance nel quale la componente mentale e le capacità tecniche sono importanti quanto la componente fisica.
Lo studio è stato avviato dall’1 al 6 luglio in occasione della manifestazione internazionale 5 Days Dolomiti Paganella e si è sviluppato nelle successive gare dell’8 e 9 luglio svoltesi nella zona veronese del Monte Baldo nelle località di Prada e di Pralongo. In queste competizioni i ricercatori dell’università di Verona in collaborazione con il presidente Mauro Gazzerro del Comitato Veneto della Federazione Italiana Sport Orientamento e con la società sportiva Park World Tour Italia guidata da Gabriele Viale supportati dalle Funivie del Baldo e dai Comuni di San Zeno di Montagna e di Brenzone, hanno coinvolto i partecipanti in uno specifico progetto di ricerca.
Il team di ricercatori guidati dai prof. Federico Schena e Cantor Tarperi che comprendeva anche Martina Palumbo nel duplice ruolo di dottoranda ed atleta, ha individuato un protocollo con una triplice valutazione: test per valutare le capacità prestative, tre test cognitivi standardizzati in letteratura e una serie di questionari sul curriculum sportivo. In particolare verranno valutate tre differenti popolazioni, simili per età (35-45, 45-55, 55-65, 65-75 e over 75) e genere, caratterizzate da differenti pratiche sportive: persone praticanti attività sportive ad alto coinvolgimento cardiometabolico; persone praticanti attività sportive ad alto coinvolgimento cardiometabolico, cognitivo e di decision making – l’orienteering è stato identificato come paradigma sperimentale per questo scopo – e persone sedentarie. Per fare questo verranno reclutate complessivamente 100 persone per ogni gruppo, divise equamente per genere e per fascia d’età. Ad ogni partecipante verrà misurato il livello di fitness cardiometabolica mediante step test di Astrand, un indice globale di funzionalità muscolare mediante handgrip test. Verranno quantificate mediante opportuni questionari il livello e la modalità di svolgimento della pratica sportiva durante la vita (questionario TLL) e il dispendio energetico settimanale (questionario GPAQ). Verranno inoltre valutate le capacità cognitive mediante quattro differenti strumenti di indagine: questionario Survey of autobiographical memory (SAM); l’Elithorn’s Perceptual Maze Test (EPMT); il Trail Making Test (TMT); il Test di Stroop. Ogni strumento indaga un aspetto differente delle capacità cognitive di una persona: memoria, pianificazione spaziale, attenzione visiva, cambiamento di prospettiva, percezione dei colori.
“Il progetto – spiega Tarperi – ha come obiettivo quello di esplorare e quantificare le potenzialità di una regolare e corretta pratica sportiva nel preservare le capacità cognitive delle persone, contrastandone il naturale deterioramento dovuto all’invecchiamento. Cosa ci aspettiamo? L’ipotesi dello studio è che le persone che praticano regolarmente l’orienteering, sport che stimola e allena al contempo le capacità fisico atletiche e quelle cognitive e decisionali, mostrino capacità cognitive oltre che fisiche maggiormente preservate rispetto a quanti praticano sport a minore richiesta cognitivo e ancor di più rispetto ai sedentari. Prevediamo di completare la prima raccolta dati entro settembre e poter divulgare successivamente i risultati sia al mondo degli sportivi che alla popolazione in generale per promuovere e stimolare l’adozione di una pratica sportiva nella maggior parte delle persone di ogni età”.
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