Domenica si è concluso il primo raduno del Progetto Regioni, reso possibile dal sostegno della Federazione e del Comitato organizzatore. Il raduno è stato organizzato dalla FISO e diretto da Emiliano Corona, ed ha permesso a 24 atleti under 18 di partecipare alla 5 giorni d’Italia in Val Rendena, un meeting internazionale organizzato direttamente dalla FISO che ha messo a confronto atleti provenienti da tutto il mondo.
Il gruppo del Progetto regioni al completo, dopo la conclusione della seconda gara Il primo giorno, lunedì, è servito a prendere confidenza con i terreni su cui erano stati tracciati i percorsi delle gare in bosco. La squadra ha infatti provato il model event che si svolgeva su due terreni completamente diversi: la prima parte era infatti su un terreno alpino aperto molto mosso e dettagliato, che pur permettendo di vedere molto lontano non era per niente banale e al contrario era molto tecnico; la seconda parte invece era in un bosco in costa poco dettagliato ma con forme del terreno ben evidenti. Questa prima giornata è stata sicuramente molto utile in quanto ha permesso agli atleti di “entrare in mappa” prima dell’inizio delle gare.
Il secondo giorno è finalmente cominciata la cinque giorni: la prima gara si svolgeva a Madonna di Campiglio, un paese non molto intricato a parte per una piccola zona con diversi sottopassaggi e sviluppata su due livelli. La gara era quindi molto veloce ma presentava comunque delle scelte di percorso interessanti.
Visto che la prima partenza era alle tre del pomeriggio la mattinata è stata sfruttata per fare un corsetta e spiegare il self myofascial release, una tecnica per alleviare l’indolenzimento muscolare post-allenamento e aumentare quindi le prestazioni sportive degli atleti.
Alla fine della prima gara è stato chiesto di sfilare in piazza con le bandiere di tutti gli stati presenti alla 5 Giorni.
Il terzo giorno ha avuto luogo la prima gara in bosco: una middle nella nuova mappa del Grostè.
La carta era composta essenzialmente da due tipi di terreno completamente diversi tra loro: un terreno alpino quasi privo di vegetazione con un’alta visibilità ma molto mosso e dettagliato e per questo molto tecnico, e un terreno montano più classico composto da alcune aree boscose, alcuni semiaperti, forme del terreno molto accentuate e aree sassose. La prima e l’ultima parte del percorso si svolgevano nella zona della mappa più complicata rendendo difficile ” l’entrata in mappa ” e l’ultima parte del percorso in quanto era necessario mantenere molto alta la concentrazione nonostante la stanchezza.
I tracciati erano interessanti e alternavano tratte più lunghe di trasferimento a sequenze di punti ravvicinati nelle zone più tecniche. Durante il pomeriggio ci si è spostati in una cartina nelle vicinanze per fare un breve allenamento a coppie del tipo “segui John” che aveva anche lo scopo di defaticamento dalla gara della mattina.
Il quarto giorno si è svolta la shortened long distance nella parte più a nord del Grostè, che non era stata sfruttata il giorno precedente. Il terreno era similare a quello della parte più complicata della mappa della middle, intervallato però da zone più scorrevoli e meno tecniche. I tracciati richiedevano la capacità di leggere bene le forme del terreno
generalizzandole quando possibile e riconoscendole in modo preciso e sicuro in zona punto.
Durante il pomeriggio la squadra ha partecipato ad un Talk Show a Madonna di Campiglio durante il quale sono stati intervistati Sebastian Inderst, Verena Troy e due atleti del progetto regioni. I giovani atleti entusiasti di partecipare al Talk Show.
Il quinto giorno il campo gara si è spostato in fondo alla valle, a Campo Carlo Magno. Il terreno era completamente diverso da quello delle due tappe precedenti: un bosco di conifere con una buona visibilità intervallato da molti semiaperti costituito per la maggior parte da una costa abbastanza ripida spaccata da alcune valli molto profonde e da alcune zone più pianeggianti.
I tracciati richiedevano la capacità di navigare in costa e di decidere se appoggiarsi ai sentieri che permettevano di correre più velocemente e di essere più sicuri oppure rimanere in costa risparmiandosi parecchio dislivello ma dovendo prestare più attenzione alla lettura della carta.
Durante il pomeriggio i partecipanti al progetto si sono rilassati e divertiti facendo rafting in un paese a poca distanza dalla zona gara. Tutti pronti ad affrontare le rapide!
Il sesto e ultimo giorno della manifestazione la gara si è svolta a Carisolo-Pinzolo: la gara era una spriddle, ovvero una sprint più lunga delle normali. La mappa non era particolarmente complicata a parte per i due centri storici dei paesini e il castagneto, che sono stati intensamente sfruttati dai tracciati di tutte le categorie, che generalmente partivano nel centro storico di Carisolo per poi arrivare immediatamente nel bosco, tornare nel centro storico di Carisolo e infine si concludersi nel centro storico di Pinzolo.
Questo raduno è stato molto importante per la crescita tecnica dei giovani orientisti della rappresentativa regionale in quanto ha fornito degli spunti di miglioramento e riflessione molto interessanti su cui lavorare durante il periodo estivo.
Un particolare ringraziamento va quindi a Emiliano corona, l’organizzatore del progetto regioni, e a Alvise Rumour e Dario Bertolini, senza i quale non sarebbe stata possibile questa fantastica esperienza!!!
P.S. Al seguente link sono disponibili le mappe elite delle gare della cinque giorni
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